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Gruppo di preghiera “S. Pio da Pietralcina”

La missionepadre Pio in una foto degli anni 50

I Gruppi di preghiera, sorti per l’intuizione di san Pio da Pietrelcina in vista dei bisogni spirituali della nostra epoca, intendono cooperare alla realizzazionedel Regno di Dio, secondo l’insegnamento di Gesù, che ha ripetutamente insistito sulla necessità della preghiera e ce ne ha indicato il modo.

I gruppi si propongono di seguire i principi generali della spiritualità francescana di san Pio: 1) adesione piena e incondizionata alla dottrina della Chiesa cattolica, guidata dal papa e dai vescovi; 2) obbedienza al papa e ai vescovi, di cui è portavoce all’interno del gruppo il sacerdote direttore spirituale nominato dal vescovo; 3) preghiera con la Chiesa, per la Chiesa e nella Chiesa, con la partecipazione attiva alla vita liturgica e seriamente vissuta come vertice dell’intima comunione con Dio; 4) riparazione mediante la partecipazione alle sofferenze di Cristo, secondo l’insegnamento di san Paolo; 5) carità fattiva ed operosa a sollievo dei sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica della carità verso Dio.

I Gruppi di preghiera hanno nel particolare carisma di preghiera di san Pio come un dono testamentario da vivere e da costantemente sviluppare. Mentre, però, accolgono i contenuti essenziali dell'esperienza del fondatore, fanno nella Chiesa e con la Chiesa un cammino spirituale lungo i percorsi della storia. In questo spirito, se il luogo preferenziale degli incontri è l’ambito della parrocchia, alla luce dell’esperienza delle prime comunità cristiane descritte dagli Atti degli apostoli, i gruppi possono riunirsi in luoghi diversi come ospedali e carceri, in modo da coinvolgere quegli ambienti che con più difficoltà sperimentano la vita ecclesiale.

I gruppi si muovono, alla luce dello statuto, per realizzare una carità fattiva ed operosa a sollievo dei sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica dell’amore verso Dio. La preghiera, quando è esperienza autentica di incontro con Dio, non è mai sterile e non si esaurisce nelle pratiche di pietà, anzi fiorisce in opere di carità verso il prossimo.

 

Cenni storici

ritratto fotografico di San Pio da Pietrelcina.jpgI Gruppi di preghiera sono frutto del ministero di san Pio da Pietrelcina; ai fedeli che andavano da lui, padre Pio raccomandava di pregare; la preghiera costituiva il tessuto del suo insegnamento spicciolo di tutti i giorni, nel confessionale e con il suo esempio.

A poco a poco le anime da lui formate sentivano il bisogno di riunirsi per pregare in comune. Dappertutto sorgevano così nuclei di fedeli collegati con la Casa Sollievo della Sofferenza che stava sorgendo, e che dava loro, attingendole dalla bocca stessa di padre Pio, le prime regole per la loro corretta funzionalità. Li guidava, li ammoniva, se necessario, correggendone la rotta.

I gruppi, come organizzazione, sono nati nella Casa Sollievo della Sofferenza fin dall’inizio di questa, dai suoi primi passi, quando era ancora in costruzione; già era viva da anni l’idea, il pensiero di padre Pio circa il sollievo della sofferenza che i suoi figli spirituali divulgavano, trasmettevano con parola, con lettere, con i depliants.

La denominazione comparve per la prima volta sul bollettino della Casa Sollievo, nel giugno 1950, scritta da Guglielmo Sanguinetti, che tutte le sere riceveva da padre Pio istruzioni per l’opera che nasceva.

 

L’organizzazionepadre Pio circondato dai ragazzi

L’organizzazione dei Gruppi di preghiera è molto semplice. Basta un gruppo di fedeli che intenda riunirsi per pregare in comune e un sacerdote che li guidi con l’approvazione del proprio vescovo, per costituire un Gruppo di preghiera, che si riunisca periodicamente, per lo più una volta al mese in un giorno sempre fisso, in una chiesa, per celebrare l’eucaristia, pregare, meditare, ascoltare la Parola di Dio.

Ogni gruppo può svolgere un suo programma autonomo, sotto la direzione di un direttore spirituale, e la guida di un laico capo gruppo. L’attività di ogni gruppo dipende dalla diligenza e dal fervore apostolico dei propri dirigenti, e può estrinsecarsi anche in iniziative che investono, oltre che il gruppo stesso, anche la più larga comunità parrocchiale, diocesana e oltre.

La struttura organizzativa è in piena armonia con la struttura gerarchica della Chiesa, con la presenza assolutamente necessaria del sacerdote direttore spirituale nominato dal vescovo, garante della formazione spirituale e dell’adesione dottrinale del gruppo alle direttive del magistero della Chiesa. La nomina del capo gruppo, riservata al vescovo su designazione degli aderenti e con votazione svolte alla presenza di un sacerdote incaricato dal vescovo, costituisce una garanzia di fedeltà alla Chiesa. Al vescovo è riservata anche la nomina del sacerdote coordinatore diocesano dei gruppi, mentre è di competenza della Conferenza episcopale regionale o nazionale la nomina del coordinatore regionale o nazionale.

la Casa Sollievo della SoffrenzaIl diploma di aggregazione al Centro internazionale dei Gruppi di preghiera che ha sede nella Casa Sollievo della Sofferenza è il segno esterno di unione dei gruppi al suddetto centro istituito da padre Pio, a cui tutti i gruppi periodicamente invieranno relazione delle attività svolte, in modo che la Direzione generale possa redigere la relazione annuale da inviare al cardinale segretario di stato.

Questo legame speciale con la santa Sede e con il papa è un altissimo onore per i Gruppi di preghiera, ma deve costituire anche un costante impegno della Direzione generale con il Consiglio generale e tutti i Gruppi di preghiera sparsi in tutto il mondo ad operare in piena adesione alle direttive del pontefice.

 

In conformità con l'art. 5 dello Statuto, approvato con la lettera del cardinale segretario di Stato del 3 maggio 1986, si è proceduto di recente alla nomina dei componenti della Direzione generale e del Consiglio generale per il quinquennio 2010-2015:

 

 

Il Gruppo di preghiera "S. Pio da Pietrelcina" di Borgo Grappacripta del nuovo santuario ove riposa S. Pio da Pietrelcina

Radunatosi a partire dalla fine del 2000, recentemente il gruppo ha provveduto alla elezione del primo Consiglio direttivo, a norma dello statuto di riferimento; deve i suoi inizi alla esperienza di malattia e di sofferenza di una sua attuale aderente, in seguito ad un incidente stradale avvenuto nell'aprile del 1998: si è voluto così ringraziare il Signore che, attraverso l'intercessione dei suoi santi, continua a chinarsi sulle sofferenze dell'umanità.

Insieme alla preghiera (ogni mese il gruppo organizza ed anima un incontro di preghiera, aperto a tutta la comunità parrocchiale) i suoi aderenti si impegnano a testimoniare il vangelo nei luoghi in cui vivono e sostengono persone ammalate, emarginate, occupandosi in maniera particolare dell'adozione e del sostegno dei bambini di Katua (Kenia), villaggio della periferia di Nairobi con cui è gemellata la comunità parrocchiale di Borgo Grappa.