Home CATECHESI SACRAMENTALE

Perché fare catechesi?

La Chiesa sviluppa l’annuncio fondamentale della Parola di Dio con la catechesi, per guidare l’itinerario degli uomini alla fede, dalla invocazione o dalla riscoperta del battesimo fino alla pienezza della vita cristiana. La catechesi intende portare alla maturità della fede attraverso la presentazione sempre più completa di ciò che Cristo ha detto, ha fatto e ha comandato di fare. Abilita l’uomo all’esercizio della fede, della speranza, della carità nelle quotidiane situazioni concrete: dà luce e forza alla fede, nutre la vita secondo lo spirito di Cristo, porta a partecipare in maniera consapevole e attiva al mistero liturgico ed è stimolo all’azione apostolica.

A chi è rivolta la catechesi?

Ogni età dell’uomo ha il suo proprio significato in se stessa e la sua propria funzione per il raggiungimento della maturità: questa è veramente tale quando è armonica, integrale e quindi fonte di coerenza personale nei pensieri e nelle azioni. Una sana educazione umana e cristiana consente a ciascuno di vivere sempre come figlio di Dio, secondo la sua misura, ed è garanzia del progresso spirituale. Pertanto, in ogni arco di età i cristiani devono potersi accostare a tutto il messaggio rivelato, secondo forme e prospettive appropriate.

I bambini

Il mondo interiore del bambino si presenta con fisionomia tutta sua. Ricco di viva immaginazione, bisognoso di caldo clima affettivo, il bambino è ancora incapace di pensiero logico astratto. Vive in stretta dipendenza dall’ambiente, che scopre soprattutto mediante i sensi. Assimila più per affetto che per ragionamento. Si identifica con la persona che stima e ama e ne fa propri i valori, gli atteggiamenti, i gesti, il modo di considerare la vita.   Tutto questo avviene con immediatezza, attraverso un linguaggio interiore che non ha bisogno di utilizzare le parole come strumento primo per comunicare. Non c’è da preoccuparsi che il bambino pensi da bambino. Preoccupazione vera del catechista è quella di accompagnare la sua crescita spirituale. In questa fase, hanno un ruolo fondamentale la personalità dei genitori, la loro armonia, la loro fede, la sicurezza del loro comportamento, così come la personalità di ogni altro educatore. Vale soprattutto ciò che gli educatori sono, prima ancora di ciò che essi dicono e fanno.

I fanciulli

Il fanciullo raggiunge gradatamente la prima capacità di ragionamento; non di un ragionamento astratto, ma ancora legato a immagini ed esperienze concrete. Egli allarga la sfera dei suoi interessi sociali al di fuori della propria famiglia. Notevole è la sua curiosità e vivo il desiderio di esplorare il mondo, sul quale si affaccia. La catechesi ha modo di soddisfare questa sua sete di conoscenza, collegandosi con i suoi interessi e con le sue esperienze e svelandogli il senso religioso delle cose e della vita. L’egocentrismo logico e psicologico sono ancora presenti nel fanciullo e la sua incapacità di mettersi dal punto di vista degli altri può portarlo a stabilire delle prospettive parziali, anche in ordine ai suoi rapporti con Dio. La preghiera, ad esempio, può diventare solo richiesta di favori, anziché comunione col Padre, e può apparire espressione di individualismo, se non addirittura di egoismo. Si tratta, evidentemente, di atteggiamenti spontanei e naturali, che occorre gradualmente educare, perché non compromettano la crescita spirituale. Può essere particolarmente interessante per il catechista conoscere la genesi del concetto di Dio nel fanciullo, per arricchire le motivazioni, chiarire i fondamenti e indirizzare opportunamente il suo itinerario verso il Padre. Conviene parlargli in forma concreta di Dio: non di un Dio inimmaginabile, né di un Dio fantastico, ma di preferenza del Padre, di Cristo, dell’amore di Dio per noi. In questa età, il fanciullo assimila profondamente i valori, quando egli stesso fa ed esprime qualcosa. Perciò la catechesi evita il verbalismo, per guidare l’attività, in modo che la parola sveli al fanciullo la realtà e la realtà dia, a sua volta, concretezza alla parola.   L’esperienza intellettuale del fanciullo è ancora fortemente legata alla vita affettiva ed emotiva. Per apprendere, il fanciullo ha bisogno di vivere in un clima di calma e di serenità. In questo senso, è decisiva la testimonianza di bontà e di gioia, resa dal catechista che vive intensamente la sua comunione con Cristo.

Gli adolescenti

Durante l’adolescenza e la giovinezza, va delineandosi in maniera sempre più determinante la personalità dell’uomo e del credente. L’adolescente avverte assai nitidamente l’esigenza di giustificazione e di sistemazione delle proprie conoscenze. Egli passa da uno stato di dipendenza dall’adulto, e in particolare dalla famiglia, a uno stato autonomo, avviando così il suo confronto con la società e cercando in essa il suo posto. Si sviluppa in lui la vita affettiva e sessuale. Egli soffre l’insicurezza e l’inquietudine che accompagnano la sua età. In definitiva, l’adolescente cerca il senso della propria esistenza. Ha bisogno di certezza, anche se è portato a rimettere tutto in discussione; ama dimostrare la sua capacità critica; scopre e realizza se stesso nell’azione e nella vita di relazione. Si accosta a chi sa mettersi, senza pregiudizio e con vera amicizia, al suo livello. L’educazione sessuale in questa età pone problemi particolarmente seri e specifici e determina, in larga parte, l’armonia della crescita umana e cristiana.

I giovani

Nel progredire verso l’età adulta, i giovani si fanno attenti ai problemi della libertà personale e religiosa, al dialogo, all’apertura verso i valori universali. Essi sono sensibili alla dignità dell’uomo e ambiscono partecipare alle responsabilità del mondo sociale. Stimano altamente i valori del corpo, dell’amicizia e dell’amore; capiscono il senso del servizio e apprezzano e perseguono la ricerca della giustizia e della pace nel mondo. Questa autentica sensibilità ai valori e agli ideali si presenta sovente assai rigida; a volte, non consente di cogliere le sfumature, può portare a indebite generalizzazioni, a valutazioni nette e irremovibili.         I valori religiosi possono trovare una loro collocazione pregnante e dinamica, se opportunamente presentati e motivati. Altro tratto tipico della giovinezza è l’ambivalenza di sentimenti e di opinioni su persone e cose. Il contrasto con i genitori si accompagna spesso al bisogno di averli vicini. A volte gli atteggiamenti negativi sono pura difesa, e nascondono possibilità interiori molto positive.  In ogni caso, l’educatore aperto e sereno può scoprire nei giovani una grande disponibilità e ricchezza, quando sa cogliere la valenza positiva della loro condotta e della vita. I giovani cercano nel catechista un fratello e un amico, che sappia animare con spirito di servizio le loro aspirazioni e la loro ricerca. Sono aperti ad ogni forma di impegno generoso e alla novità. Per progredire nella fede, hanno bisogno di scoprire che la novità è Cristo.

Gli adulti

La maturità, in senso umano e cristiano, è contrassegnata da più profonda armonia della personalità, da più ricco e consapevole possesso della verità, dal saper far dono di sé nell’amore, dalla piena coscienza di precise responsabilità nella Chiesa e nella convivenza sociale.       La testimonianza cristiana nella famiglia, nella professione, nel mondo sociale e politico, nella comunità ecclesiale, rappresenta l’impegno fondamentale di una fede che deve animare ogni momento della vita.    Oggi, questa testimonianza deve essere quanto mai viva, perché i rapidi mutamenti socio-culturali costringono ad una continua revisione di mentalità e al superamento di posizioni costituite, imponendo un attento confronto della propria fede con le nuove situazioni.       La catechesi non può ignorare i problemi specifici, che investono e talora travagliano l’adulto del nostro tempo: la preoccupazione per la casa, per il lavoro, per i figli; il disagio di fronte a un mondo e a una cultura vertiginosamente in progresso; l’insicurezza e la tensione per il mancato raggiungimento della pace e della giustizia sociale; l’attuale crisi religiosa e i suoi riflessi sulla fede e sulla posizione del laico nella Chiesa.

 

La catechesi in parrocchia

La parrocchia, fedele al mandato di Cristo e all’impegno della Chiesa, educa i suoi figli alla fede ponendo a loro disposizione persone, mezzi ed opportunità che, in sintonia con le scelte della Chiesa italiana e il piano pastorale diocesano, sono attualmente così distribuite:

Preparazione alla comunione eucaristica

L’itinerario è strutturato in un biennio: entro il termine del primo anno, i ragazzi fanno esperienza del perdono di Dio attraverso la celebrazione del sacramento della riconciliazione, mentre entro il termine del secondo anno vengono ammessi pienamente all’Eucaristia.

Preparazione ad una sequela cosciente

Il biennio successivo  - che nella nostra diocesi ha assunto il nome di “discepolato” -  intende condurre i ragazzi ad una più matura coscienza di chi hanno incontrato nel Pane eucaristico e dello Spirito santo che riceveranno per la loro maturità cristiana.

Preparazione alla confermazione

Due anni preparano a ricevere il dono dello Spirito santo, che abilita i cresimandi ad una testimonianza cristiana sempre più forte e consapevole, estroversa e missionaria.

Preparazione alle scelte fondamentali

Adolescenti e giovani “irrobustiscono” la propria fede per inserirsi sempre più da credenti nell’avventura della vita: è il percorso ritagliato per loro attraverso la mediazione educativa offerta dall’Azione cattolica.

Da adulti nel mondo di oggi

L’Azione cattolica italiana e il Gruppo di preghiera “S. Pio da Pietrelcina” accompagnano gli adulti della comunità parrocchiale a compiere scelte sempre più coerenti, in continuo raccordo con le domande del mondo familiare, del lavoro, della società, in ascolto dello stile di Dio.

 

 

Perché fare catechesi?

La Chiesa sviluppa l’annuncio fondamentale della Parola di Dio con la catechesi, per guidare l’itinerario degli uomini alla fede, dalla invocazione o dalla riscoperta del battesimo fino alla pienezza della vita cristiana. La catechesi intende portare alla maturità della fede attraverso la presentazione sempre più completa di ciò che Cristo ha detto, ha fatto e ha comandato di fare. Abilita l’uomo all’esercizio della fede, della speranza, della carità nelle quotidiane situazioni concrete: dà luce e forza alla fede, nutre la vita secondo lo spirito di Cristo, porta a partecipare in maniera consapevole e attiva al mistero liturgico ed è stimolo all’azione apostolica.

A chi è rivolta la catechesi?

Ogni età dell’uomo ha il suo proprio significato in se stessa e la sua propria funzione per il raggiungimento della maturità: questa è veramente tale quando è armonica, integrale e quindi fonte di coerenza personale nei pensieri e nelle azioni. Una sana educazione umana e cristiana consente a ciascuno di vivere sempre come figlio di Dio, secondo la sua misura, ed è garanzia del progresso spirituale. Pertanto, in ogni arco di età i cristiani devono potersi accostare a tutto il messaggio rivelato, secondo forme e prospettive appropriate.

I bambini

Il mondo interiore del bambino si presenta con fisionomia tutta sua. Ricco di viva immaginazione, bisognoso di caldo clima affettivo, il bambino è ancora incapace di pensiero logico astratto. Vive in stretta dipendenza dall’ambiente, che scopre soprattutto mediante i sensi. Assimila più per affetto che per ragionamento. Si identifica con la persona che stima e ama e ne fa propri i valori, gli atteggiamenti, i gesti, il modo di considerare la vita. Tutto questo avviene con immediatezza, attraverso un linguaggio interiore che non ha bisogno di utilizzare le parole come strumento primo per comunicare. Non c’è da preoccuparsi che il bambino pensi da bambino. Preoccupazione vera del catechista è quella di accompagnare la sua crescita spirituale. In questa fase, hanno un ruolo fondamentale la personalità dei genitori, la loro armonia, la loro fede, la sicurezza del loro comportamento, così come la personalità di ogni altro educatore. Vale soprattutto ciò che gli educatori sono, prima ancora di ciò che essi dicono e fanno.

I fanciulli

Il fanciullo raggiunge gradatamente la prima capacità di ragionamento; non di un ragionamento astratto, ma ancora legato a immagini ed esperienze concrete. Egli allarga la sfera dei suoi interessi sociali al di fuori della propria famiglia. Notevole è la sua curiosità e vivo il desiderio di esplorare il mondo, sul quale si affaccia. La catechesi ha modo di soddisfare questa sua sete di conoscenza, collegandosi con i suoi interessi e con le sue esperienze e svelandogli il senso religioso delle cose e della vita. L’egocentrismo logico e psicologico sono ancora presenti nel fanciullo e la sua incapacità di mettersi dal punto di vista degli altri può portarlo a stabilire delle prospettive parziali, anche in ordine ai suoi rapporti con Dio. La preghiera, ad esempio, può diventare solo richiesta di favori, anziché comunione col Padre, e può apparire espressione di individualismo, se non addirittura di egoismo. Si tratta, evidentemente, di atteggiamenti spontanei e naturali, che occorre gradualmente educare, perché non compromettano la crescita spirituale. Può essere particolarmente interessante per il catechista conoscere la genesi del concetto di Dio nel fanciullo, per arricchire le motivazioni, chiarire i fondamenti e indirizzare opportunamente il suo itinerario verso il Padre. Conviene parlargli in forma concreta di Dio: non di un Dio inimmaginabile, né di un Dio fantastico, ma di preferenza del Padre, di Cristo, dell’amore di Dio per noi. In questa età, il fanciullo assimila profondamente i valori, quando egli stesso fa ed esprime qualcosa. Perciò la catechesi evita il verbalismo, per guidare l’attività, in modo che la parola sveli al fanciullo la realtà e la realtà dia, a sua volta, concretezza alla parola. L’esperienza intellettuale del fanciullo è ancora fortemente legata alla vita affettiva ed emotiva. Per apprendere, il fanciullo ha bisogno di vivere in un clima di calma e di serenità. In questo senso, è decisiva la testimonianza di bontà e di gioia, resa dal catechista che vive intensamente la sua comunione con Cristo.

Gli adolescenti

Durante l’adolescenza e la giovinezza, va delineandosi in maniera sempre più determinante la personalità dell’uomo e del credente. L’adolescente avverte assai nitidamente l’esigenza di giustificazione e di sistemazione delle proprie conoscenze. Egli passa da uno stato di dipendenza dall’adulto, e in particolare dalla famiglia, a uno stato autonomo, avviando così il suo confronto con la società e cercando in essa il suo posto. Si sviluppa in lui la vita affettiva e sessuale. Egli soffre l’insicurezza e l’inquietudine che accompagnano la sua età. In definitiva, l’adolescente cerca il senso della propria esistenza. Ha bisogno di certezza, anche se è portato a rimettere tutto in discussione; ama dimostrare la sua capacità critica; scopre e realizza se stesso nell’azione e nella vita di relazione. Si accosta a chi sa mettersi, senza pregiudizio e con vera amicizia, al suo livello. L’educazione sessuale in questa età pone problemi particolarmente seri e specifici e determina, in larga parte, l’armonia della crescita umana e cristiana.

I giovani

Nel progredire verso l’età adulta, i giovani si fanno attenti ai problemi della libertà personale e religiosa, al dialogo, all’apertura verso i valori universali. Essi sono sensibili alla dignità dell’uomo e ambiscono partecipare alle responsabilità del mondo sociale. Stimano altamente i valori del corpo, dell’amicizia e dell’amore; capiscono il senso del servizio e apprezzano e perseguono la ricerca della giustizia e della pace nel mondo. Questa autentica sensibilità ai valori e agli ideali si presenta sovente assai rigida; a volte, non consente di cogliere le sfumature, può portare a indebite generalizzazioni, a valutazioni nette e irremovibili. I valori religiosi possono trovare una loro collocazione pregnante e dinamica, se opportunamente presentati e motivati. Altro tratto tipico della giovinezza è l’ambivalenza di sentimenti e di opinioni su persone e cose. Il contrasto con i genitori si accompagna spesso al bisogno di averli vicini. A volte gli atteggiamenti negativi sono pura difesa, e nascondono possibilità interiori molto positive. In ogni caso, l’educatore aperto e sereno può scoprire nei giovani una grande disponibilità e ricchezza, quando sa cogliere la valenza positiva della loro condotta e della vita. I giovani cercano nel catechista un fratello e un amico, che sappia animare con spirito di servizio le loro aspirazioni e la loro ricerca. Sono aperti ad ogni forma di impegno generoso e alla novità. Per progredire nella fede, hanno bisogno di scoprire che la novità è Cristo.

Gli adulti

La maturità, in senso umano e cristiano, è contrassegnata da più profonda armonia della personalità, da più ricco e consapevole possesso della verità, dal saper far dono di sé nell’amore, dalla piena coscienza di precise responsabilità nella Chiesa e nella convivenza sociale. La testimonianza cristiana nella famiglia, nella professione, nel mondo sociale e politico, nella comunità ecclesiale, rappresenta l’impegno fondamentale di una fede che deve animare ogni momento della vita. Oggi, questa testimonianza deve essere quanto mai viva, perché i rapidi mutamenti socio-culturali costringono ad una continua revisione di mentalità e al superamento di posizioni costituite, imponendo un attento confronto della propria fede con le nuove situazioni. La catechesi non può ignorare i problemi specifici, che investono e talora travagliano l’adulto del nostro tempo: la preoccupazione per la casa, per il lavoro, per i figli; il disagio di fronte a un mondo e a una cultura vertiginosamente in progresso; l’insicurezza e la tensione per il mancato raggiungimento della pace e della giustizia sociale; l’attuale crisi religiosa e i suoi riflessi sulla fede e sulla posizione del laico nella Chiesa.

La catechesi in parrocchia

La parrocchia, fedele al mandato di Cristo e all’impegno della Chiesa, educa i suoi figli alla fede ponendo a loro disposizione persone, mezzi ed opportunità che, in sintonia con le scelte della Chiesa italiana e il piano pastorale diocesano, sono attualmente così distribuite:

Preparazione alla comunione eucaristica

L’itinerario è strutturato in un biennio: entro il termine del primo anno, i ragazzi fanno esperienza del perdono di Dio attraverso la celebrazione del sacramento della riconciliazione, mentre entro il termine del secondo anno vengono ammessi pienamente all’Eucaristia.

Preparazione ad una sequela cosciente

Il biennio successivo - che nella nostra diocesi ha assunto il nome di “discepolato” - intende condurre i ragazzi ad una più matura coscienza di chi hanno incontrato nel Pane eucaristico e dello Spirito santo che riceveranno per la loro maturità cristiana.

Preparazione alla confermazione

Due anni preparano a ricevere il dono dello Spirito santo, che abilita i cresimandi ad una testimonianza cristiana sempre più forte e consapevole, estroversa e missionaria.

Preparazione alle scelte fondamentali

Adolescenti e giovani “irrobustiscono” la propria fede per inserirsi sempre più da credenti nell’avventura della vita: è il percorso ritagliato per loro attraverso la mediazione educativa offerta dall’Azione cattolica.

Da adulti nel mondo di oggi

L’Azione cattolica italiana e il Gruppo di preghiera “S. Pio da Pietrelcina” accompagnano gli adulti della comunità parrocchiale a compiere scelte sempre più coerenti, in continuo raccordo con le domande del mondo familiare, del lavoro, della società, in ascolto dello stile di Dio.